Le pareti della solitudine
Il libro è nato da un'esperienza diretta di Ben Jelloun che, approdato a Parigi negli anni '70, lavorava come psicologo in un centro di medicina psicosomatica. Per un periodo di tre anni ha osservato e ascoltato più di un centinaio di pazienti nordafricani che venivano al consultorio per turbe affettive o sessuali. Questa esperienza si è condensata nel monologo di uomo che riassume nelle sue parole tutta la sofferenza e il disagio dello sradicamento e dell'incontro-scontro con una realtà nuova e incomprensibile. La voce narrante di Ben Jelloun è quella di "un essere invaso dai sogni, che sopravvive grazie alla capacità di inventarsi una vita anche se fatta di chimere e di nostalgia".