Quando Nina Simone ha smesso di cantare

Quando Nina Simone ha smesso di cantare

"Smettetela con questo maledetto Corano!" urla Darina alle donne che pregano nella camera del padre appena morto. Il padre, ateo convinto e appassionato di jazz, avrebbe voluto ascoltare la voce di Nina Simone e mai il Corano. Darina inizia così a raccontare la propria infanzia e adolescenza, a partire dall'educazione sentimentale ricevuta dal padre-che le ha insegnato a rifiutare qualunque forma di sottomissione ("Non pensare che la verginità sia l'unica dote di una donna": meglio perderla subito). Nella Beirut dei folli anni della guerra civile (1975-90) la posixione di Darina e della sua famiglia è particolare, scivolosa, difficile: "In un Libano dove ciascuno esiste solo attraverso una fede e una comunità noi non avevamo né tede né confessione". Stillo sfondo di bombardamenti e stragi, Darina scopre Baudelaire, i Led Zeppelin, il cinema e il teatro. Vive le prime crisi mistiche, combattute a forza di bicchieri di whisky insieme al padre. Viene iniziata al sesso, scivola nella cocaina, prova l'ebrezza della roulette russa, "tanto per sentirsi vivi" e "dimenticare l'orrore". Fino a quando, la giovane donna troppo libera e troppo scandalosa paga il prezzo della propria voglia di vivere e della propria libertà ("una libertà di merda in un paese di merda", dice al padre morto, e a cui mai comunque rinuncerà), finendo rinchiusa in un manicomio. Prima di fuggire, finalmente libera a Parigi.
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