L'estate che perdemmo Dio
La frase-urlo pronunciata da una zia davanti alla bambina di otto anni, annunciando una disgrazia enorme, continua a risuonare nella mente di Caterina ormai dodicenne. Perché lì è iniziata la sciagura della sua famiglia, che per salvarsi è dovuta scappare al Nord. Poi un giorno la notizia di un'altra tragedia obbliga il padre, Salvatore, a tornare al paese, e a fare i conti con le sue radici. Un montaggio alternato tra il presente del viaggio, il ricordo della fuga, l'arrivo nel nuovo mondo, la solitudine, la povertà... Un unico appassionato flusso narrativo: nello sguardo partecipe di una ragazzina già adulta eppure capace di attingere alla forza del meraviglioso, e in quello degli altri membri della famiglia, uniti in una sola molteplice figura.