Il caso sbagliato
"Il caso sbagliato" ha cambiato il panorama della narrativa 'hard-boiled', rovesciando come un guanto le leggi non scritte del genere così come le avevano codificate Raymond Chandler e Ross Macdonald. Da allora il poliziesco americano non è stato più lo stesso. A oltre trent'anni di distanza la carica eversiva di questo romanzo non smette di sorprendere. Fino a qualche tempo fa, Milton Chester Milodragovitch terzo, Milo per gli amici e anche per i nemici, non se la passava poi male. Tallonare coniugi infedeli gli rendeva quanto bastava a pagarsi da bere al Mahoney's, il suo bar preferito. Poi la legge sul divorzio è cambiata, lasciarsi è diventato facile, e Milo si è ritrovato a ingannare la noia guardando le montagne dalla finestra del suo ufficio. Finché, naturalmente, non bussa alla sua porta una donna. Helen Duffy, goffa e bellissima. Suo fratello è scomparso. Un bravo ragazzo, uno studente modello che non farebbe male a una mosca. Milo non crede ai bravi ragazzi, però comincia a indagare. Per portarsi a letto Helen; senza immaginare che l'indagine sul fratello sarà tutto fuorché routine. Fra drink e anfetamine, criminali dilettanti e professionisti, Milo dovrà scavare nel fango per portare alla luce radici e ragioni dello spaccio di droga, della corruzione sempre più capillare, di una città che pare senza speranza e senza redenzione.