Storia naturale dell'occhio
Miliardi e miliardi di occhi osservano in ogni istante il mondo, ma non vedono la stessa cosa e sicuramente non vedono "tutto". Proprio quello che ai nostri occhi sembra essere la prova certa dell'esistenza di qualcosa, per altri sguardi potrebbe essere del tutto invisibile, o incomprensibilmente diverso. Vedere è un processo attivo: l'occhio non è una telecamera che si limita a registrare quello che c'è "là fuori", è un organo specializzato e finemente adattato all'ambiente nel quale si è evoluto. Ma il fatto è che l'ambiente è mutevole, diverso per ciascun animale, e pone problemi differenti a seconda che si viva di giorno o di notte, immersi nell'aria o nell'acqua, volando o strisciando, predando o nascondendosi, o addirittura a seconda che si sia giovani o vecchi. I nostri occhi "vedono" dunque mondi diversi e in questo modo ci inducono a costruire nelle nostre menti spiegazioni differenti della realtà. Con la forza del narratore di classe, Simon Ings ci irretisce in un turbine di esempi tratti dalle scienze naturali o dalle scienze cognitive, dall'ottica o dall'estetica, facendoci vivere un mondo dai confini incerti, in cui può accadere che se un occhio si fissa su un'immagine questa scompaia, o può risultare che un fiore dall'aspetto dimesso (per noi) sia in effetti il piú appariscente del prato (per un insetto). Dopo aver letto questo libro si guarda il mondo - è il caso di dirlo - con occhi diversi.
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