La ballata di Abu Ghraib
Basandosi sulle interviste registrate da Errol Morris per il suo omonimo documentario che ha scioccato l'ultimo Festival di Berlino, Gourevitch riporta le storie di molti soldati protagonisti delle famose foto-scandalo del carcere iracheno. Parlano molti di quei soldati immortalati sorridenti, ma soprattutto Gourevitch si concentra su ciò che quelle fotografie non dicono: la quotidianità di Abu Ghraib, i rapporti di forza fra carcerieri, agenti dei servizi segreti e gerarchie militari e politiche, le disposizioni dei superiori, le storie personali dei soldati, ragazzi normali. L'obiettivo è quello di contestualizzare le posizioni dei soldati ritratti nelle fotografie in un quadro più ampio di responsabilità impunite. Che Abu Ghraib sia molto più di ciò che tutti possiamo vedere in quelle foto (che nel testo vengono descritte e non riprodotte) lo dimostra uno dei più agghiaccianti dettagli su cui il libro si chiude: dopo lo scandalo delle fotografie i comandanti del carcere vengono trasferiti, e il nuovo comandante altri non è che quello stesso Geoffrey Miller, ex comandante di Guantanamo, dai cui consigli ("Dovete trattarli come cani") tutto aveva avuto inizio.