Vetrate medievali. Officine tecniche maestri
La trasparenza di una figurazione che gioca con singolare efficacia tanto con la luce naturale fatta protagonista quanto con le inattese possibilità del colore non ha mancato di toccare alcune delle corde piú sensibili della nostra cultura. Qualcosa che ha a che fare, nemmeno troppo velatamente, con le inclinazioni estetiche di una modernità tesa a privilegiare gli aspetti formali delle opere del passato. Un atteggiamento che certo ha contato nella fortuna che, da Proust in poi, hanno conosciuto le vetrate medievali. Ma gli esempi che dal medioevo ci sono giunti parlano di una realtà piú complessa e ricca. Le vetrate erano infatti parte integrante del rituale religioso, assolvevano a ben precise funzioni didascaliche, proponevano storie che facevano parte di una cultura collettiva che per secoli informa di sé l'intera civiltà occidentale. La stessa estetica della luce non è questione di gusto ma trova precisi riscontri concettuali e legittimazione teologica nelle dottrine neoplatoniche. Inoltre è facile rendersi conto di come la costruzione di una vetrata fosse il risultato di sapienze tecniche e artistiche tali da coinvolgere specializzazioni, conoscenze e strutture materiali assai ampie. Sicché, studiare le vetrate significa, di fatto, affrontare il tema della cultura artistica medievale e della sua geografia, della circolazione dei modelli, della presenza dei cantieri, cosí come delle tecniche e dei simboli. La novità e l'importanza del libro di Castelnuovo sta nell'aver saputo coniugare tutti questi aspetti tenendo d'occhio le implicazioni tecniche, artistiche e culturali entro cui è cresciuta la storia e la fortuna della vetrata.