L'amore umano
L'esistenza del piccolo Elias Almeida è tutta racchiusa nell'"incavo caldo e morbido del gomito della madre": nel tepore in cui nasconde il volto e trova rifugio, scorre una vita diversa, lontana dalle tragedie che sconvolgono l'Angola nei primi anni Sessanta. Ma è un rifugio malsicuro e l'altra realtà non tarda a raggiungerlo: la madre, costretta a prostituirsi per mantenerlo, viene uccisa dai militari portoghesi, lui si aggrega alla resistenza anticoloniale, ritrova il padre combattente, incontra un Che Guevara deluso dai mancati progressi della rivoluzione in Africa; a Cuba impara a usare le armi, a Mosca conclude il suo apprendistato politico e militare, subisce diverse umiliazioni, scopre che l'uomo nuovo promesso da Lenin fatica ad emergere; ma soprattutto incontra Anna: nel gelo puro e cristallino di un villaggio siberiano, dove trascorrono insieme qualche giorno, Elias intravede "la luce dell'altra vita". Ma sarà solo un istante: la Storia, la Storia degli ultimi decenni del Ventesimo secolo con i suoi ideali, le sue speranze, le sue atroci illusioni lo chiama; e lui risponde, convinto com'è che la liberazione del suo paese porterà con sé anche l'emancipazione sociale e umana dei suoi connazionali, che la Rivoluzione debba implicare un rinnovamento profondo dell'uomo: a che serve, altrimenti, combattere? E quanto piú - dall'Angola a Mogadiscio - la situazione si incancrenisce, tanto piú Elias diventa una semplice rotella di un gigantesco e crudele ingranaggio, quanto piú diventa difficile tenere fede agli ideali, tanto piú intenso diventa il bisogno di ritrovare il calore dell'infanzia, i silenzi e l'umanità pura di quel villaggio siberiano.
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