Trattato teologico-politico
Tra i vari, possibili discorsi introduttivi alla lettura del "Trattato teologico-politico" - testo insieme di critica biblica, filosofia della religione e filosofia politica - quello tendente a mettere in luce il significato della filosofia politica spinoziana e il nesso esistente tra filosofia politica e metafisica spinoziana è parso offrire il tipo di approccio al testo oggi più pertinente. Tale scelta esprime la convinzione che la problematica del Trattato trovi la sua unità e abbia il suo scopo nella discussione dei temi politici. L'abbattimento del pregiudizio teologico, perseguito attraverso l'analisi dei fondamenti della tradizione teologica e la riflessione sulla storia del popolo ebraico - che si conclude nella subordinazione del potere religioso al potere politico - è momento preliminare all'affermazione delle libertà civili, nella quale l'autore stesso definisce lo scopo dell'opera. Mostrare, poi, come anche la filosofia della religione, esposta nel Trattato, abbia a suo fondamento i principi della metafisica, già elaborati da Spinoza pur se non resi pubblici, serve d'altra parte a chiarire, mettendola in discussione, la proclamata reciproca indipendenza di filosofia e teologia. Il Trattato risulta cosi un testo unitario, le cui sezioni, teologica e politica, sono momenti di un solo discorso il cui tema centrale è quello della liberazione da ogni forma di pregiudizio e di oppressione. (Dalla prefazione di Emilia Giancotti Boscherini)