Everyman
Dopo il romanzo dedicato all'ampia "storia alternativa" dell'America, Philip Roth scrive un'intima miniatura funebre, un breve testo di straordinaria potenza. Philip Roth scrive un elegiaco inno alla vita, vista però dalla prospettiva temporale della vecchiaia, dove lotta e rassegnazione, nostalgia e impotenza si contendono le pagine del romanzo. Il protagonista è un pubblicitario di successo di cui il narratore ripercorre l'intera vita secondo una linea squisitamente corporale. Grande rilievo hanno perciò le disavventure ospedaliere (dall'ernia inguinale dei nove anni ai cinque bypass, per finire con le numerose operazioni che hanno segnato gli ultimi anni di vita) a cui fa da contrappunto la vita sentimentale: i tre matrimoni, il distacco dai primi due figli; la nascita dell'adorata Nancy; la scelta fallimentare di sposare una modella danese molto più giovane di lui; l'abbandono di New York a 75 anni per trasferirsi, dopo l'11 settembre, in un villaggio per pensionati a dipingere. Qui, nel New Jersey, la stagnazione della vita si rivela per intero nel tentativo fallito di sedurre una ragazza che fa jogging lungo la promenade del villaggio. Un crescendo di drammaticità che culmina con la morte dei genitori e nel colloquio - degno cli Shakespeare - con il becchino del cimitero ebraico che li sta seppellendo. Poi l'arresto cardiaco e l'ingresso nel nulla.
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