Mussolini e il petrolio iracheno. L'Italia, gli interessi petroliferi e le grandi potenze
Il racconto della "questione di Mossul", che si trascinò dal 1919 al 1926, è la storia di una piccola guerra politico-diplomatica che si svolse alla luce del sole, senza cautele o remore, e che per questo rappresenta un'occasione unica per cogliere in nuce alcuni dei caratteri dominanti del Novecento. Nella lotta per il petrolio iracheno, subito dopo la fine della Prima guerra mondiale, si misurarono ceti politici tradizionali, come quelli italiani, che ancora coniugavano il prestigio internazionale con il possesso di territori, e classi dirigenti piú moderne, come quella inglese e americana, consapevoli che la partita ormai si giocava sul possesso di fonti energetiche e materie prime. Fu il primo conflitto che impegnò le due nazioni europee piú forti, Francia e Inghilterra, contro la potenza americana, la quale nello scontro mostrò di aver raggiunto la consapevolezza di rappresentare il futuro, mentre le potenze europee erano il passato, sapendo bene che la guerra era stata vinta grazie al suo decisivo contributo e che la sua economia e le sue finanze erano avviate a dominare il mondo.
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