Fabbriche. Storie, personaggi e luoghi di una passione italiana
Attorno alle fabbriche, integrate nel territorio come gli alberi in un bosco, sono cresciute intere comunità. Da un lato i padri-padroni, impregnati di un paternalismo che miscelava autorità e generosità, disciplina e protezione, passione e denaro. Dall'altro gli operai, eroi silenziosi e anonimi di un'epopea collettiva, di un'ambizione comune alla sicurezza sociale. E allo status che la fabbrica, a prescindere dal ruolo nella scala gerarchica, ti assegnava per tutta la vita. Finito il turno, spogliato della sua tuta di lavoro, l'operaio conservava il legame con un universo che non si esauriva nei tempi e nei ritmi della produzione. Fuori dal cancello dello stabilimento c'erano i circoli aziendali, le colonie estive e invernali, i raduni per le scampagnate domenicali. E quella tragica durezza della catena di montaggio, del caldo torrido di un altoforno, si ammorbidiva nella gratificazione di possedere un'identità. Anzi, di rivendicarla.