Volver
Tre generazioni di donne sopravvivono al vento caldo, al fuoco, alla pazzia, alla superstizione e anche alla morte grazie alla loro bontà, alle loro bugie e alla loro illimitata vitalità. La sceneggiatura originale del nuovo, attesissimo film del piú grande regista spagnolo. In appendice, tra gli scritti inediti di Pedro Almodóvar, segnaliamo la struggente "Confessione" e "La forza e la fragilità di Penélope Cruz". ""Volver" è un titolo che include vari ritorni, per me. Sono tornato, un poco, alla commedia. Sono tornato all'universo femminile, a "La Mancia" (è senz'altro il mio film piú strettamente mancego, il linguaggio, le abitudini, i cortili, la sobrietà delle facciate, le strade lastricate), sono tornato a lavorare con Carmen Maura (non lo facevamo da diciassette anni), con Penélope Cruz, Lola Duenas e Chus Lampreave. Sono tornato alla maternità, come origine della vita e della finzione. E, naturalmente, sono tornato a mia madre [...]. II ritorno principale di "Volver" è quello del fantasma di una madre che appare alle proprie figlie. Nel mio Paese queste cose accadono (sono cresciuto ascoltando storie di apparizioni), tuttavia alle apparizioni non ci credo. Solo quando accadono agli altri, o quando accadono nella finzione. E questa finzione, quella del mio film (e qui viene la mia confessione) ha provocato in me una serenità che non avvertivo da tempo". (Pedro Almodóvar)
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