Vuoti. Con testo inglese a fronte
Una poesia dantescamente 'petrosa', fatta di materia sonora esplosiva: i versi di Harrison possono essere politici, sociali, storici, familiari, autobiografici, metapoetici, ma tendono sempre alla deflagrazione. Insieme alle consonanti e alle rime, spesso ardite, a esplodere è l'apparenza tranquilla della realtà, che viene aperta come una ferita e di cui vengono mostrati i conflitti che stanno al suo interno. Questa nuova raccolta di Harrison approntata per il pubblico italiano riunisce poesie di diversa provenienza, includendo brani dal suo teatro in versi, a dimostrazione che le esperienze teatrali, come peraltro quelle televisive e cinematografiche, sono tutt'uno con la sua produzione poetica. I 'gaps' del titolo possono essere vuoti e mancanze di diverso tipo: sono gli spazi che si aprono con la distruzione violenta di edifici e persone o semplicemente quelli fra i vivi e i morti, sono i salti generazionali o culturali. Sono fratture del mondo pubblico e privato, che non basta il buon senso o la buona volontà a ricomporre. Solo l'ironia, a volte lo sberleffo amaro, può cogliere i grumi piú profondi del dolore e declinarli in modi funambolici. È l'unica, parziale, pacificazione possibile.