Il migliore dei mondi possibili. Una storia di filosofi, di Dio e del Male

Il migliore dei mondi possibili. Una storia di filosofi, di Dio e del Male

Nel 1672 Leibniz va a Parigi, incontra Arnauld e Malebranche, e intreccia con loro un dialogo serrato, di un'intensità straordinaria e di un livello teoretico che ha avuto pochi eguali nella storia della filosofia. I problemi dai quali prende il via il confronto-scontro sono quelli della possibilità di conciliare la giustizia, la saggezza e la potenza divina con l'apparente presenza del male e dell'imperfezione del mondo. Un tema, quello della teoclicea, che si salda con altre questioni: l'immortalità dell'anima, i legami tra libertà e grazia (e i rapporti che esse intrattengono con le leggi della natura e le verità eterne) e le conseguenze che discendono, sul piano morale, dall'adozione di una soluzione piuttosto che un'altra. Nadler ricostruisce i dati biografici e le concezioni filosofiche dei vari personaggi coinvolti. Tre concetti del male (morale, metafisico e fisico) molto diversi ma pur sempre creaturali, cui si contrappone radicalmente, come viene dimostrato nell'ultimo capitolo, la visione del filosofo "ateo e maledetto" di Amsterdam, Spinoza.
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