Ivan il Terribile
All'inizio del suo regno il giovane zar parve manifestare le stesse qualità che avevano ispirato i giovani re e principi guerrieri dell'Europa occidentale: Enrico V, Giovanni Senza Paura, Carlo VIII, Enrico VIII. Ma la sua tragedia familiare coincise con il primo dei numerosi e gravi attacchi di paranoia che sconvolsero totalmente il suo equilibrio, e la crudeltà e il sadismo scatenati sull'élite di governo finirono per propagarsi in cerchi sempre piú ampi in tutto il paese, in un'orgia di depravazioni culminate nella moltiplicazione di supplizi e atrocità. Persino le persone piú assuefatte agli orrori del XX secolo non possono fare a meno di inorridire di fronte al numero di uomini, donne e bambini ("i cui nomi erano noti solo a Dio") che furono sacrificati dalla mania di persecuzione dello zar al demone della paura. Uomini uccisi in battaglia, nelle camere di tortura o giustiziati, spesso senza i conforti religiosi e senza sepoltura; cadaveri gettati in pasto ai cani; donne disonorate; bambini massacrati con modalità sconosciute: quanto odio deve aver consumato una società in cui carnefici e vittime avevano legami molto stretti e dove per sopravvivere occorreva passare sui cadaveri di amici e parenti. Ivan e il suo regno erano una cosa sola, fisicamente e spiritualmente. La fusione dell'umano con il divino lo autorizzò a purificare il mondo dal peccato servendosi della violenza divina.