Non c'è sull'etichetta. Quello che mangiamo senza saperlo

Non c'è sull'etichetta. Quello che mangiamo senza saperlo

Un reportage di forte impatto su tutto ciò che ignoriamo (a nostre spese) a proposito del cibo. In maniera analoga alla fondamentale inchiesta di Eric Schlosser sul Fast food, l'autrice risale, curiosa e precisa, lungo le filiere della produzione alimentare più comune. Ne emerge un quadro triste, a tratti scandaloso: gran parte del settore agro-industriale è povero di gusto, ingiusto, inquinante, socialmente iniquo, potenzialmente pericoloso per la nostra salute. Non è che sia troppo tardi per cambiare sistema e per questo si tratta di un'inchiesta preziosa. Certo lo scollamento tra produzione e consumo, la mancanza di informazioni sul nostro cibo, hanno raggiunto livelli tali - come già sosteneva il Manifesto di Slow Food del 1989 - da sfiorare l'estinzione, erodendo la biodiversità del pianeta che è invece da salvaguardare con le unghie e con i denti. Il cibo come specchio della nostra civiltà: se siamo ciò che mangiamo, dovremmo iniziare a disperarci? (Carlo Petrini) "Uno degli obiettivi che mi sono proposta di raggiungere con questo libro è dimostrare l'interconnessione dei vari problemi legati al cibo. Ciò che è meglio per assicurare lo sviluppo sostenibile dei paesi poveri risulta essere il meglio anche per la difesa dell'ambiente. Ciò che meglio tutela i diritti delle altre popolazioni preserva al meglio anche la nostra salute. E guarda caso, anche il gusto ci guadagna. Se solo riuscissimo a superare tutte le definizioni ultrasemplicistiche di cibo a basso prezzo, potremmo cambiare il sistema attuale. In pratica, questo significa cambiare il nostro modo di fare acquisti tenendo presenti tre principi fondamentali: acquistare cibo locale, di stagione e in modo diretto". (Felicity Lawrence)
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