Opere complete. 6.Scritti 1934-1937
Se nei primi mesi del 1933 molti intellettuali tedeschi ancora pensavano che il regime nazionalsocialista si sarebbe rapidamente dissolto, il 1934 portò invece la disillusione: non solo il governo non diede segni di cedimento ma anzi si consolidò e negli anni successivi mise in atto una politica sempre piú repressiva all'interno e aggressiva all'esterno. Anche per Walter Benjamin la situazione di esule risultò in piú di un senso gravosa: nel 1935 apparve il suo ultimo contributo in Germania, e sino al momento in cui non si concretizzò una collaborazione continuativa con la "Zeitschrift fur Sozialforschung", le uniche, esigue, fonti di sostentamento furono gli organi di stampa svizzeri. Non meno problematica risulta in questa fase la sua collocazione ideologico-politica: se da un lato continuavano a dare frutti la mistica e la teologia ebraica, dall'altro Benjamin approfondiva l'analisi in senso marxista della posizione dello scrittore e dell'arte nella società capitalistica. E' in tale contesto che si collocano gli scritti proposti nel VI volume delle "Opere complete", caratterizzato dal progressivo venire meno degli interventi critici, dalla scomparsa dei radiodrammi e, quasi a controbilanciare, dalla presenza di alcuni scritti di fondamentale importanza nel percorso benjaminiano. Fra questi i saggi "Franz Kafka", "Johann Jakob Bachofen", "Il narratore" ed "Eduard Fuchs, il collezionista e lo storico" nonché la prima stesura de "L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità storica" (pubblicata con la versione francese). Un ruolo particolare svolge poi "Uomini tedeschi", la raccolta di lettere di autori del XVIII e XIX secolo, grazie alla quale Benjamin si proponeva di far riemergere una dimenticata Germania illuministica e civile da contrapporre a quella truce che aveva preso il potere. Una speranza nobile ma del tutto vana, perché il volume, in Germania, dove pure circolò, non ebbe alcuna risonanza politica. Ma era davvero chiedere troppo a un libro che in ogni caso resta tra i piú preziosi della produzione benjaminiana. Edizione italiana a cura di Enrico Gianni con la collaborazione di Hellmut Riediger.