Alibi. In appendice: Quaderno inedito di Narciso
Scritte fra la stesura di "Menzogna e sortilegio" e "L'isola di Arturo", le poesie di "Alibi" sono ossessionate dall'io e dalla fatalità. Ma un altro registro, meno visonario, uno stile più lieto, barbaro e giullareso fa di queste poesie un momento in cui Elsa Morante era allo zenit della gioia creativa. "Narciso" è un testo scritto nel 1945, rinvenuto in un quaderno di scuola dove la scrittrice annotava progetti e abbozzi. Da quel quaderno, alcuni testi confluiranno in "Alibi" altri in "Menzogna e sortilegio". Le poesie di "Alibi" sono poesie da album, ma un album visitato da una tristezza veggente di chiromante pazza e disperata che interroga, cieca, le linee confuse e arruffate del suo destino ma non sa afferrarlo, perché quello che la tradisce e le manca è proprio il cinismo, l'astuzia, il terra-terra del mestiere. Diversamente da ogni altro album di poesie femminili, l'argomento di "Alibi" non è la memoria o il diario dei fatti del cuore; protagonista è sempre il futuro, la conoscenza, la divinazione, la spiegazione data a se stessa di un destino sempre piú simile a una condanna e a un inferno - e se c'è qualcosa che non finisce di sorprendere, in questo album capovolto e mostruoso, è che la pitonessa che si arrovella sulle fatture e i filtri, e fa versi simili alle cantilene e ai sortilegi che accompagnano la magia, non smette per questo di essere una ragazza sognatrice che vuole l'amore e aspetta la felicità. (Dall'Introduzione di Cesare Garboli)