La porta

La porta

Quando cerca una persona che la aiuti nelle faccende domestiche, alla narratrice viene da piú parti segnalata Emerenc Szeredas, una donna instancabile che gode dell'assoluta fiducia del quartiere di Budapest in cui entrambe vivono. Ma il rapporto fra le due, che non potrebbero essere piú diverse per età, cultura, estrazione sociale, attitudine nei confronti dell'esistenza, sarà sin dal principio caratterizzato dalle asprezze, dai misteri, dalle prese di posizione sempre estreme e a prima vista incomprensibili dell'anziana donna. E dalle sue ossessioni, fra cui spicca l'assoluto divieto - che dà luogo a dicerie e sospetti di ogni genere - a varcare la porta della casa in cui vive e dove prima della guerra abitava una famiglia ebraica poi scomparsa. Passano cosí venti anni, durante i quali cambiano profondamente gli assetti politici dell'Ungheria contemporanea e la scrittrice ottiene infine i riconoscimenti che in precedenza le erano stati negati. Nonostante i conflitti, ora drammatici, ora involontariamente comici, fra le due donne si è instaurato un rapporto di profonda fiducia: sarà però proprio la narratrice, incapace di capire fino in fondo le motivazioni di Emerenc, a forzare l'invalicabile soglia e a provocare la crisi piú profonda e irreparabile.
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