Gli elisir della scienza

Gli elisir della scienza

Sin dai suoi esordi letterari nei primi anni Sessanta, Hans Magnus Enzensberger ha rivolto una particolare attenzione ai temi in senso piú ampio scientifici e alle biografie di personaggi noti e meno noti della storia, da Alexander von Humboldt a Giovanni de' Dondi (a Padova costruì l'astrario), da Darwin a Ugo Cerletti (al quale dobbiamo la scoperta dell'elettroshock). Ne sono testimonianza famose raccolte come "Mausoleum" (che reca il significativo sottotitolo "Trentasette ballate tratte dalla storia del progresso", 1979), "La fine del Titanic" (1990) e, in epoca piú recente, un libro ormai leggendario come "Il mago dei numeri" (1997). Scienza e poesia non solo affondano entrambe le loro antiche radici nel mito, ma il loro re-incontrarsi oggi appare piú necessario che mai: troppo grande e pericoloso è lo iato che separa la riflessione etico-politica da una comunità scientifica che tende a considerare alla stregua di fastidiosi intrusi chiunque ponga critici interrogativi sul suo operato. Volgere uno sguardo attento alla poesia della matematica, della fisica, dell'astronomia - non era stato lo stesso Kant a postulare la necessità di accostare il "cielo stellato" e la "legge morale"? - può tuttavia essere anche un esercizio mentale utile e piacevole per chiunque. Per "Gli elisir della scienza", un percorso dai toni ora ironici, ora ammonitori, ora affettuosi, ora autenticamente accorati, Hans Magnus Enzensberger ha assemblato poesie e interventi in prosa, molti dei quali inediti in Italia. L'esito è un puzzle che offre scorci davvero sorprendenti e che solo un poeta e un intellettuale cosí fuori dagli schemi come lui poteva offrirci. "Penso - sostiene l'autore - che il progetto scientifico vada difeso contro gli 'oltranzisti' che fanno promesse che non si possono mantenere".
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