L'impero della paura. Potenza e impotenza dell'America nel nuovo millennio
La politica estera degli Stati Uniti è ancora oggi guidata dalla retorica dell'eccezionalismo americano, che basandosi sul mito di una nazione eletta, libera e indipendente, ne ha sempre giustificato l'autoesclusione dalle leggi che governano il resto del mondo. Ma i successi del terrorismo pongono brutalmente all'America e al mondo una domanda: gli Stati Uniti possono muoversi nello scenario inedito dell'interdipendenza globale avvalendosi delle strategie tradizionali di uno Stato sovrano, soprattutto di un'arrogante potenza militare, nella forma della guerra preventiva? Nel nuovo contesto mondiale la sicurezza e la libertà non possono essere garantite neppure dalla piú potente delle nazioni, se essa opera da sola, al di fuori dei principi del diritto internazionale, attaccando stati e non gruppi terroristici. La guerra preventiva unilaterale non previene il terrorismo, perché diffonde la sua stessa arma, la paura. Solo la democrazia preventiva può riuscirvi. Ma la democrazia non è equiparabile semplicemente al mercato o all''american way of life', cresce lentamente e dall'interno, va coltivata nel lungo periodo, attraverso la diffusione dell'istruzione e la cooperazione internazionale, massicci aiuti economici, e soprattutto il sostegno di istituzioni globali e leggi internazionali: purché siano rispettate anche dall'America.