Cico c'è
Mariú ha uno sguardo limpido che scorre stupito e impietoso sul mondo che la circonda. Non ha ancora fatto in tempo ad accorgersi di essere una donna e sente di essere misteriosamente incinta: per quanto improbabile possa sembrare, la vita del piccolo Cico cresce dentro di lei come un paradosso. Erina di madri non vuole nemmeno sentir parlare, né di amore, né di sentimenti: la sua visione del sesso è puramente fisiologica, il suo corpo un nemico in agguato. Rachele cura le donne da quarant'anni, e di ogni bambino che ha fatto nascere ricorda il volto e il primo istante. L'unico figlio che non ha mai visto la luce è stato il suo. E' la sterilità del nostro tempo che ci viene raccontata in questo libro, attraverso la porta del corpo femminile: ordigno mostruosamente perfetto, luogo sovrano dell'ambivalenza e della forza creatrice. Un viaggio attraverso questo imprevedibile paesaggio, uno sguardo sorprendente e visionario sui suoi oscuri desideri, i suoi richiami imperiosi, la sua elefantiaca memoria, sullo sfondo di una Venezia cosí vivida e carnale da divenire personaggio e destino del romanzo.
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