Intercity
"Intercity" è il nome di un treno e la storia di un viaggio. Una di tante nuove storie raccontate da tanti nuovi personaggi. Personaggi reali, come sempre in Baldini, che si avvitano talvolta in argomentate ossessioni, fino a cacciarsi in situazioni surreali. Di una surrealtà però sempre, paradossalmente, con i piedi per terra. Anche perché con i piedi per terra è la lingua che questi personaggi parlano: il dialetto di un paese romagnolo. Naturalmente sotto il dialetto c'è una fedelissima traduzione italiana. Ma non è solo per la traduzione che il lettore si sentirà un po' 'compaesano' di questi personaggi. I quali parlano di sé, certo, ma è come se parlassero un po', magari non richiesti, anche a nome nostro. Come se, anche a nome nostro, s'interrogassero sul mistero del tempo, sull'incancellabilità degli errori umani, sulla forza indomabile degli imbecilli, sui desideri che popolano la vecchiaia, sulla malinconia della solitudine e sul bisogno qualche volta di star soli. In questa nuova raccolta di Baldini, poi, alcuni, anzi parecchi personaggi raccontano storie d'amore: storie appena cominciate o appena finite, storie vissute oggi, storie vive anche se di ieri. E forse anche qui il dialetto ha aiutato. Forse in dialetto si possono ancora raccontare certe cose.