In un mondo asimmetrico. Europa, Stati Uniti, Islam
Vecchio e nuovo ordine planetario: la guerra all'Iraq ha segnato lo spartiacque tra due mondi. Al bipolarismo simmetrico dell'età della guerra fredda, in cui Usa e Urss misuravano sullo scenario globale la loro potenza, è subentrato un multipolarismo 'volenteroso', al di sotto del quale le asimmetrie tra le diverse aree della terra si sono però moltiplicate. E con esse il divario tra paesi ricchi e poveri è cresciuto a dismisura, l'economia si è imposta sulla politica, le religioni si sono trasformate in guerre. La vittoria di Bush sull'Iraq si sta trasformando in un insuccesso catastrofico e il rischio di un isolamento americano (che si presterebbe a radicalizzare il suo carattere di paese 'eccezione') si fa pericoloso per tutti. Il ruolo dell'Europa si rivela in questa fase decisivo: con i caratteri di una carta costituzionale che riesca a conferirle una grande potenza civile, l'Europa può proporre (come dimostra anche una ricca messe di dati e statistiche) un modello di ordine mondiale fondato sui valori della democrazia, della giustizia sociale e sul rispetto dei diritti della persona.
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