Aria alle stanze
Il linguaggio poetico di Gabriella Leto è attraversato dalla musicalità. L'endecasillabo, che la poetessa utilizza in modo prevalente, sembra spesso un verso piú breve, piú cantabile, mozartiano, eppure sempre meditativo. "Aria alle stanze", la nuova raccolta, insegue una disposizione d'animo in continuo mutamento, con la grande capacità di riprodurre quello stordimento interiore, quel passo falso dell'anima che lascia in chi lo prova piú perplessità che dolore. La gioiosa percezione della realtà, nelle sue piccole sorprese e nella sua bellezza, si alterna alle note piú gravi, quelle dell'ombra e della malinconia. Ma il tono è felicemente omogeneo, quello di un discorso laterale che conservi una sua geometria, che vada alla deriva senza mai perdere di vista il centro.
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