Il principio del dolore
In un quieto soggiorno un fratello e una sorella non piú giovani preparano la tavola per un ospite amato, da tanti anni lontano. In una abitazione isolata un giovane medico sta per visitare una donna che ha quattro dita amputate da una misteriosa ferita. Nella casa paterna, ormai vuota dei genitori defunti, un ragazzo aspetta da un altro ragazzo la brutalità piú estrema pur di dare senso alla propria esistenza. Sempre, nei luoghi dove Haslett ambienta la propria narrazione, si compie una 'via crucis' lancinante e si manifesta al tempo stesso, in tutta la sua trepida gloria, l'epifania della vita. Sembra anzi che soprattutto nel dolore, nella mancanza, nella perdita, nella deformità mentale o fisica, in ciò che di solito va scartato, e forma invece buona parte dell'intera nostra realtà, i personaggi di Haslett acquistino una statura tanto superiore a chi li vorrebbe, in qualche modo, 'misurare', curare. E la perenne imminenza della catastrofe che caratterizza la loro discesa agli inferi è tutt'uno, per noi lettori, con la tranquilla luminosità della lingua che li racconta.
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