Storie da Kabul. Fotografie di Sebastiao Salgado
"Kabul è diventata la mia casa nel 1990. Da allora, molte le cose successe, clamorose o nascoste, drammatiche o da ridere". Così incomincia il racconto di Alberto Cairo che lavora da tredici anni in Afghanistan per la Croce Rossa Internazionale condividendo le piccole e toccanti storie di un popolo dilaniato, cui manca tutto. Dall'arrivo dei mujahiddin ai bombardamenti americani, fino all'insediamento del nuovo governo, al ritorno di un'apparente normalità: un lavoro incessante di assistenza negli ospedali, nelle prigioni, nella vita di tutti i giorni per costruire poco alla volta un futuro a chi non ce l'ha. Alberto Cairo non ha la pretesa di 'spiegarci' la verità su questi luoghi e sulla loro gente, semplicemente racconta quello che ha visto e vissuto, da spettatore e testimone di esistenze, tristi e anche felici. In brevi racconti, ecco personaggi indimenticabili: Nilà e il suo amore contrastato; Samad, pronto a tutto per difendere la figlia dal marito violento; la generalessa Suailah, che si batte per i diritti delle donne sfidando i divieti talebani; la giovane invalida Zarminà, che festeggia i primi blue jeans della sua vita; e, ancora, Najmuddin, Eqbal, Fatah Jan... Su tutto, una prosa essenziale come può esserlo solo quella di chi vive in prima persona gli avvenimenti e ne è protagonista.
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