Bassa stagione

Bassa stagione

Incorniciate tra due temporali inquietanti e drammatici, evocazione di schianti non solo meteorologici, le terzine di Gianni D'Elia tracciano in questa raccolta un bilancio esistenziale e politico. È bassa stagione nel percorso dell'età che procede, con tutti i ricordi che affiorano, i rimpianti, le presenze diradate, ma anche gli affetti fortificati nel tempo. E' bassissima stagione per le vicende pubbliche, per gli ideali collettivi dispersi nella svendita o nella menzogna. E cosí i versi di D'Elia prendono accenti leopardiani, di una malinconia severa e virile, che trova compartecipazione nei segni della natura: nuvole, venti, alberi, il popolo di creature che abita il mare. Tutti compagni di sventura, indizio di un eden che non ci è dato, di una meraviglia che non può essere vissuta. Fra irritazione civile e impossibile elegia, il poeta dipinge il ritratto di una generazione di uomini che pretendevano molto, da se stessi e dalla realtà, e si sono ritrovati a essere "gli abitatori del frattempo, / i creatori senza creature, / gli inquilini del nostro malcontento".
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