Eretici italiani del Cinquecento
"Questo libro non ha ancora cessato di sprigionare un suo fascino misterioso, che non si esaurisce nelle molte lezioni che è stato capace di dare [ ... ]. Cantimori ha insegnato la misura del controllo scientifico e il gusto della precisione terminologica [ ... ]. Ha mostrato che si possono ricomporre i pensieri di individui e gruppi umani messi al bando perché ribelli e ridar la parola a chi, appartenendo alle classi popolari, sembrava per sempre condannato al silenzio". (Adriano Prosperi) Nell'Europa del Cinquecento, aspramente divisa dalle controversie della Riforma, furono numerosi gli italiani esuli per motivi religiosi. Ribelli a ogni forma di disciplina ecclesiastica e condannati per eresia da tutte le chiese costituite, portarono il loro spirito travagliato attraverso l'intero continente. Quel grande maestro di studi storici che fu Delio Cantimori, nel suo testo più famoso, ha tracciato quasi una mappa degli eretici italiani più scomodi e appartati, quelli che non si riconoscevano neppure nelle chiese riformate, gli insoddisfatti di qualunque dogma, coloro che sognavano una vita davvero modellata sull'esempio di Cristo. Ci ha regalato così non solo una pietra miliare della storiografia dedicata all'età della Riforma, ma soprattutto un 'classico', un libro che è insieme del proprio tempo e di ogni tempo. In appendice il saggio "Prospettive di storia ereticale del Cinquecento".