La rivoluzione scientifica
"Tempo addietro [ ... ] alcuni storici annunciarono di aver identificato un evento storicamente coerente, rivoluzionario e cruciale che aveva mutato in maniera sostanziale e irrevocabile la conoscenza che l'uomo aveva del mondo della natura e le sue modalità di fondazione. Fu quello il momento in cui il mondo divenne finalmente moderno, un evento intrinsecamente buono che andò in scena in un periodo imprecisato tra la fine del XVI e l'inizio del XVIII secolo". Con "La rivoluzione scientifica" Steven Shapin si confronta con questa tradizione, risalente almeno ad Alexandre Koyré, partendo da un punto di vista concettualmente opposto: quello della continuità sostanziale tra le tradizioni medievali e la pratica scientifica 'moderna'. In questo saggio, solido e documentato, l'autore si focalizza sull'ambiente sociale e culturale nel quale si muovevano personaggi come Galilei, Bacone, Cartesio e Newton; ne emerge un mondo scientifico estremamente variegato al suo interno e fortemente connesso al 'milieu' sociale dell'epoca. "Oggi nutriamo molti più dubbi sull'effettiva esistenza di qualcosa come 'un metodo scientifico' [ ...] e parecchi storici non credono più che i cambiamenti prodotti sulle opinioni e sulle pratiche scientifiche nel corso del XVII secolo siano stati davvero così 'rivoluzionari' come si è dato per scontato sino a oggi". Il lavoro di sintesi critica è arricchito da una scelta iconografica accurata e da una poderosa bibliografia ragionata, che riassume decenni di ricerca storica sull'argomento.