Quella luce
Nel 1995, l'Instituto de Estudios Altoaragoneses, diretto dallo storico Agustín Sanchez Vidal, pubblicava due versioni di una sceneggiatura, firmata da Carlos Saura, e incentrata sul dramma della guerra civile spagnola. Ma questa prima intenzione nettamente cinematografica venne messa da parte dallo stesso regista che aveva deciso invece, e proprio con questo testo, di cimentarsi in campo narrativo ("vizio solitario", come ama definirlo). Cosi nasce "Esa luz!", che si stacca sí dal cordone ombelicale della macchina da presa, ma che conserva una struttura delle immagini, dei dialoghi (come pure dei suoni: dal pianoforte delle prime pagine al sempre piú presente rombo delle artiglierie e dei bombardieri) che ci permette di 'vedere' la storia di Diego e di Teresa. Questi i nomi dei due protagonisti che, dopo un breve periodo di apparente calma e serenità, si vedono sprofondare sempre più nei giochi di una guerra fratricida. Le loro esistenze vengono travolte e, soprattutto, separate: lui a Madrid, a continuare a scrivere per il suo giornale, anche sotto le bombe, e poi al fronte, dove verrà ferito; lei sfollata a forza dai falangisti assieme alla loro bambina, dalla quale verrà in seguito separata. Da questo momento si cercheranno disperatamente, nel tentativo di riabbracciarsi, di ricomporre quel nucleo famigliare che i 'disastri della guerra' hanno frantumato assieme alle vite di un'intera nazione.
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