Le pietre verbali
Berto Casati, professore di lettere al liceo Beccaria di Milano - siamo negli anni immediatamente precedenti il Sessantotto - si accorge che la sua difficolt? a trovare un rapporto con gli studenti ruota attorno a un problema linguistico. I ragazzi non parlano pi? la sua lingua; il loro gergo apparentemente innocuo ? in realt? il sintomo di una ventata di cambiamento che sta per investire la normale dialettica generazionale e sociale. La giovane e brillante figlia di Casati, Donatella, e i suoi coetanei sono colti nella loro quotidianit? fatta di istantanee del loro rapporto con la cultura che viene loro insegnata e con i depositari di quest'ultima, genitori e insegnanti, analizzati con bonaria ironia. I legami fra i giovani sono di intensa solidariet?, di esplorazione comune di un territorio che ? allo stesso tempo fisico e sentimentale. Pochi anni e la contrapposizione generazionale si trasforma in un fatto politico. Lo scenario cambia, cos? come alcuni dei protagonisti. Donatella ? approdata all'Universit? di Pavia, sonnacchiosa cittadina di provincia; eppure anche qui la storia attecchisce attraverso l'attivit? frenetica del movimento studentesco. Ma la voglia di cambiamento perde rapidamente il suo aspetto pi? creativo ed esplosivo, e il linguaggio dei tatzebao si fa burocratico e tetro. La fantasia al potere rimane il sogno di un attimo. E Marta Torci, docente di letteratura italiana, sar? la partecipe e disincantata spettatice di questa evoluzione.