Quand'ero mortale
"Spesso ho finto di credere ai fantasmi e ho finto di crederlo festosamente, e adesso che sono uno di loro capisco perch? le tradizioni li rappresentano dolenti e ostinati nel voler tornare nei luoghi che hanno conosciuto quando erano mortali. La verit? ? che tornano". Cos? inizia uno dei dodici racconti che Javier Mar?as qui riunisce: ? proprio quello che d? il titolo al volume, e propone al lettore uno spostamento del punto di vista davvero inquietante. Propone, cio?, di passare nel lati di l?, dove ai fantasmi spetta la capacit? di conoscere tutto ( e tutto, pensandoci bene, ? qualcosa che pu? atterrire) quello che riguarda la loro vita, certo molto di pi? di quello che sapevano da vivi. Chi narr? ? appunto uno di quei sofferenti fantasmi, il quale adesso pu? paragonare, ad esempio, la tenerezza del ricordo del dottor Arranz nelle sue serate di bambino con la tremenda verit? della presenza di quell'uomo nella sua casa, accanto al padre perdente e alla madre giovane e bella. E non solo, ma anche la terribile crudelt? dei suoi ultimi momenti di vita, prima di affrontare, appunto, la desolata vita di fantasma. Gli altri racconti presentano personaggi e situazioni che accompagnano il lettore alla scoperta di mondi paralleli in cui alla verit? apparente si uniscono cariche di violenza altrimenti non sospettabili. Un guardaspalle con la passione delle corse di cavalli costretto a compiere un "lavoro sporco", un'aspirante attrice porno, un uomo trafitto e assassinato da una lancia africana dopo aver consumato rapporti sessuali con una prostituta, un medico che nelle notti di Parigi visita a casa donne sposate e infelici.
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