L'io diviso. Studio di psichiatria esistenziale
Scritto all'età di ventotto anni, "L'io diviso", originariamente concepito come il primo di una serie di studi di psicologia e di psichiatria eisitenziale che non avrebbe in realtà seguito, rimane, oltre che la più nota, l'opera più originale, profonda ed equilibrata di Ronald Laing. L'analisi della lacerazione interiore che caratterizza l'io diviso dello schizofrenico si colloca a buon diritto tra le pagine esemplari della tradizione fenomenologico-esistenziale in psichiatria, facendo dell'"io diviso", al di là del contesto storico e politico in cui è nato e si è diffuso, un vero e proprio classico del pensiero psichiatrico. Nella sua opera di esordio, infatti, il giovane psichiatra scozzese riesce a dire qualcosa di accessibile e comprensibile sull'incomprensibilità schizofrenica, portando il mondo della psicosi a contatto con emozioni e stati mentali nei quali è possibile riconoscersi. Tramite il ricorso a un linguaggio vicino all'esperienza, le pagine di Laing non lasciano nella mente del lettore la rappresentazione di un mondo inerte, congelato dalla follia, ma piuttosto quella di un mondo in evoluzione nel quale la psicosi schizofrenica rappresenta una possibile, ma non necessaria, evoluzione nel quale la psicosi schizofrenica rappresenta una possibile, ma non necessaria, evoluzione del rapporto che un individuo ontologicamente insicuro è riuscito a stabilire con se stesso. "A distanza di oltre 40 anni dalla sua pubblicazione , - sottolinea Mario Rossi Monti nella sua prefazione - "L'io diviso" continua ad essere un libro che non scivola via, che non passa inosservato, che non si può studiare senza esserne profondamente toccati: uno di quei libri la cui lettura, senza volere dare troppa enfasi a questa frase, cambia davvero la vita, nel senso che dopo che lo si è letto non si è più gli stessi di prima. Ciò che viene abitualmente relegato nella alienità, a di là del "rassicurante" muro della incomprensibilità, si rivela invece straordinariamente vicino; [...]