Il palazzo degli specchi
Quando l'indiano Rajkumar arriva in Birmania ha dodici anni, ? l'unico sopravvissuto della sua famiglia a un'epidemia e non possiede nulla all'infuori degli stracci che porta addosso. Nell'arco di sessant'anni diventer? ricco grazie al commercio di legname, perder? tutto durante la guerra e, rifugiato a Calcutta nei giorni della sua vecchiaia, rimpianger? il "paese d'oro" dove aveva costruito la propria fortuna. Rajkumar ? solo uno dei protagonisti di questo grande affresco che attraversa tutto il Novecento seguendo i percorsi intrecciati di tre famiglie tra Birmania, India e Malesia. Il romanzo, definito "un 'Dottor Zivago' dell'Estremo Oriente" (The Indipendent), ? scandito dal succedersi di amori, matrimoni, nascite e separazioni, cui fanno da sfondo le violenze della Storia, dall'ingresso dell'esercito inglese a Mandalay nel 1885, con la caduta del regno di Birmania, alla Seconda guerra mondiale, la lotta dell'India per l'indipendenza e la fine dell'impero coloniale britannico. Dietro lo scorrere impetuoso e avvincente della saga storica, sono evidenti gli enormi cambiamenti provocati dall'impero nella cultura materiale dei paesi conquistati. Ghosh descrive con maestria insuperabile la logica dello sfruttamento economico che s'impone in ogni settore, dal commercio del tek alla coltivazione della gomma, favorendo, se necessario, spaventose migrazioni umane. Rajkumar e il suo mentore Saya John sono self-made man che accettano le nuove regole e le usano in modo spregiudicato. Ma il colonialismo non si limita a cambiare la vita materiale dela gente: altrettanto potente ? il suo impatto su quella spirituale. "Il palazzo degli specchi" ? un romanzo storico contro le ideologie e contro un'astratta idea di politica che dimentica i soggetti in nome dei quali dovrebbe operare, uomini e donne e bambini in carne e ossa.
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