Gli spiccioli di Montale. Requiem per un uliveto
Se il gesto più affranto di uno scrittore è la rinuncia al dire, davanti al dolore di una perdita definitiva e immedicabile può nascere il desiderio di fermare un'immagine con pennello e colori. Rischia di scomparire sotto una colata di cemento l'ultimo uliveto del Ponente ligure, che è terra di memorie e di scritture, che è per l'artista corpo e fondamento della parola. Allora l'infinito declinarsi del ricordo, le molte stagioni dei colori, dei profumi, degli incontri, cercano spazio nei pochi centimetri di un quadro impossibile da disegnare. In questo piccolo libro il rimorso civile diviene rimpianto, la protesta si stempera in nostalgia. E l'arte dello scrivere torna alla sua fonte primaria: gridare, mormorare, sfogliare un pensiero.
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