Un infinito numero. Virgilio e Mecenate nel paese di Rasna
Perché gli Etruschi hanno realizzato una civiltà importantissima, ma non hanno lasciato alcuna traccia letteraria? Perchè, pur possedendo un alfabeto e conoscendo la scrittura, non hanno scritto quasi nulla? A contatto con le ultime divinità di un mondo, quello etrusco, in apparente disfacimento, Mecenate, Virgilio e il suo segretario Timodemo intraprendono un viaggio nell'antica Etruria, dove, oltre ad alcuni segreti sule vere origini di Roma e del mondo, scopriranno che cos'è il tempo e perchè scrivere significa morire. Tornati a Roma, i tre finiscono per dividersi. Mecenate cadrà in disgrazia, Virgilio scriverà ma poi cercherà di distruggere l'"Eneide". Solo Timodemo continuerà il suo viaggio nel tempo, arrivando, con il suo carico di saggezza e di verità, alle soglie del Duemila. Un romanzo di grande tensione narrativa sul valore della scrittura, ma anche su quell'"infinito numero" di combinazioni possibili che disegnano la Storia.