Edipo a Colono
In un indistinto luogo della memoria popolato da figure miseriose sfuggite a un altrove terribile e disumano giunge Edipo. L'ombra di Antigone lo guida attraverso uno spazio rituale votato alla sofferenza e alla purificazione. E qui il vecchio cieco scopre che solo attraverso il dialogo con il buio della maledizione e della colpa è possibile un'intuizione del mondo. "Edipo a Colono" di Sofocle è forse il più alto paradigma poetico del dolore, da esso affiorano le radici di tutta l'espressività dell'angoscia cui ha dato vita l'arte occidentale. Ruggero Cappuccio rievoca il mito di Edipo in un'ambientazione sospesa nello spazio e nel tempo. Un'opera di grande valore stilistico e teatrale che, attraverso una scrittura sinfonica ritmata da suoni e accenti mediterranei lascia vibrare la forza della classicità in una tagliente polifonia del dire. Il vitalismo irrimediabile di un "primo movimento" dell'uomo e della storia deflagra come ritorno all'inseparabilità della bellezza, della morte, della gioia.
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