La polvere sull'erba
"La polvere sull'erba porta alla luce scorci di un periodo terribile, in un'Italia intollerante e meschina che, cessata la guerra, finge di ritenere che ogni dramma e conflitto sia finito, ed ignora con soddisfazione certe scandalose colpe attentamente occultate da chi ne ha tutto l'interesse" (L. Sciascia)La polvere sull'erba è il primo romanzo di Bevilacqua ed è rimasto inedito fino ad oggi. Nel 1955 Sciascia ne legge il dattiloscritto: vorrebbe pubblicarlo, ma ritiene che possa provocare uno scandalo. Le vicende del Triangolo Rosso, ossia delle vendette incrociate fra ex partigiani ed ex repubblichini - fino alla babele di ideologie e colori, nonché ai tragici mesi che prolungano una guerra soprattutto civile -, era materia troppo scabrosa per un'Italia "attraversata dal terrore della verità" e desiderosa di dimenticare. Le vicende di Giorgio, partigiano sbandato; di Bianca Ghirardini, angelo e demone insieme, vittima delle sue passioni carnali; di Marco Ridolfi, acrobata della parola, eroe leggendario; di Rosa Balestri, infame torturatrice repubblichina; dei mitici Strioni e gitani; della toccante madre Chimera, e di altri personaggi dalla vena ironica, si impongono per la loro forza espressiva e per la memoria ed il presente cui ci rimandano. E così La polvere sull'erba fa conoscere al lettore il segreto viaggio che porta all'Italia di oggi: un viaggio in cui i protagonisti si confondono e si perdono in un deserto dove si continua a "sparare" alle spalle a chi si batte con coerenza.