Penelope per gioco
La storia arriva da lontano: dalla Versailles di Luigi XV, dove un giorno di marzo del 1758 una bambina di cinque anni viene nominata per scherzo ritrattista ufficiale di Corte. Quella bambina si chiama Penelope Plumington; crescerà indipendente e sola, destinata a incarnare il fascino e la libertà del suo secolo, a testimoniarne lo scacco.Da quei primi scarabocchi parigini agli ultimi sorprendenti disegni veneziani, la parabola artistica di lady Plumington segue una curva irragionevole e discontinua, fatta di slanci e delusioni, proprio come la sua esistenza.Penelope è un'anima in fuga, legata per sempre a un solo uomo, un abate ateo e libertino di quarant'anni più vecchio di lei. Fa e disfa la trama della propria vita seguendo un filo che la porterà lontano.Nella sua opera è nascosto un richiamo che qualcuno saprà ascoltare, magari anche due secoli dopo.E così la sua storia si fa molto vicina.Sarà un giovane storico con le idee confuse ad accompagnarla nel suo secondo debutto, nel caotico anno 2000. Una misteriosa Penelope virtuale gli ha affidato il carteggio di lady Plumington, mettendogli fra le mani un ideale soggetto di ricerca. In cambio chiede soltanto un messaggio ogni giorno al suo indirizzo di posta elettronica, per seguire passo passo l'accidentato cammino del testo.Al raffinato Gran Tour di Penelope Plumington si alterna così il girovagare balzano del suo biografo, pronto ad attraversare l'oceano a caccia di una citazione. Al carteggio settecentesco si affianca un colorito epistolario telematico, resoconto quotidiano di una contemporaneità temporaneamente fuori controllo.La figura di lady Plumington si riflette nel presente, in un ventaglio scomposto di personaggi femminili bizzarri e inaspettati: una bambina pestifera, una nonna trentenne, un'eccentrica miliardaria americana...Sono due epoche e due mondi che si sovrappongono, declinando in ogni forma il tema universale della solitudine come lontananza d'amore.E intanto Penelope [...]