L'anno mille993

L'anno mille993

Trasognate prose poetiche o allucinanti poemi in prosa, i trenta capitoli dell'Anno mille993 appaiono caratterizzati, almeno al principio, da un tempo presente che conferisce a ogni segmento una statica immobilità, un'aura atemporale fortemente simbolica. Utopia negativa, visione di un futuro di nefasta e inevitabile deriva, quest'opera di Saramago parrebbe riallacciarsi nel titolo al 1984 di Orwell. Ma se la cosmovisione di Orwell nasceva dalla delusione per la deriva in senso autoritario della rivoluzione socialista, il nucleo della prima ispirazione di Saramago è, come sempre, la sua opposizione al regime salazarista. Anche se, nella stesura definitiva del libro, realizzata già dopo la caduta del fascismo in Portogallo, egli si preoccuperà di dare al suo testo un carattere universalistico forse assente dal progetto iniziale pensato nel 1974, proprio alla vigilia della "rivoluzione dei garofani". Ad accentuare questa connotazione universalista dell'opera c'è anche la sua dimensione pittorica. Scrittore sensibile alle arti visive, Saramago concepisce questo suo testo stravagante come una successione di diapositive scelte in un settore ben delimitato della pittura europea (Dalí, De Chirico) e proiettate nella loro staticità sulla parete bianca con un automatismo onirico capace di bloccare in una luce materica le immagini evocate nello spazio.
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