La politica al tramonto
Il lungo tramonto dell'occidente porta a compimento la fine della politica moderna. Attraverso il Novecento si leggono i passaggi di questo tragico percorso. Principe e Utopia, ralismo e "sogno di una cosa" - i caratteri fondativi insomma del politico nella modernità - oggi non stanno più insieme. Dietro c'è una storia ampia che passa attraverso le guerre religiose, Hobbes e il Leviatano, la Rivoluzione, grandi individualità e interventi di popolo, forme di partito e strutture di stato. Ma il moderno si configura storicamente come conflitto e come compromesso tra categorie del politico e leggi dell'economia. E già il rapporto tra politica e nascita, sviluppo, crisi, e poi ancora sviluppo del capitalismo, costruisce di per sé una grande storia. Al centro, soggetto primario, si colloca il movimento operaio che tenta di civilizzare la lotta di classe, e ci riesce, dentro la rivoluzione industriale e dopo, per tutto l'Ottocento. Il colpo di tono del 1914 cambia il segno dell'epoca inaugurando il Novecento delle guerre: la rivoluzione politica viene imposta dalla storia condotta al fallimento dentro la gestione violenta del potere. A oriente come a occidente, gli operai hanno legato il loro destino a quello della politica moderna e sono stati sconfitti insieme. Ora il moderno continua per conto suo la corsa: civilizzare la modernizzazione - questo il monito del libro - è il compito della politica nel vivo della grande crisi che questa sta attraversando.
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