Cargo
Cara ***, mi chiedi di raccontarti il mio romanzo per preparati un po' alla lettura, e io ci provo. Però non so bene da dove partire. Il punto è che in questo romanzo non c'è un nucleo. O meglio, non c'è più ma c'era. Cargo è "l'esploso" di un romanzo: brandelli da tutte le parti, ma di un oggetto intero. Mi sento un po' ridicolo, ma sei tu che mi costringi a riflettere su cosa sia e su cosa non sia Crago e su cosa bisogna aspettarsi prima di mettersi a leggerlo.Cercherò di essere più concreto. Cargo racconta molte storie, e in un modo strano. C'è la storia di un investigatore che pedina una ragazza per oscure ragioni, c'è la storia di una intervista radiofonica che si tramuta in un amplesso, c'è la storia di due fratelli terroristi malati al sistema simpatico, c'è la storia di un ragazzo che non riesce a laurearsi a causa di un paradosso della logica, e tante altre.Tutte queste vicende si svolgono in universi paralleli e sono contenute l'una nell'altra. Immaginati un libro di fantascienza incapsulato in un giallo incorporato in una finta divulgazione scientifica incastonata in una commedia: ecco, qualcosa del genere. Ne viene fuori una specie di romanzo in movimento, mosso come una fotografia sfocata: non è che ad un capo c'è l'inizio e dall'altro la fine, no, ci sono continui deragliamenti, le storie slittano sempre un po' di lato, sgusciano via, come attratte da una calamita. E quella calamita mi piacerebbe che fosse l'infinito.In Cargo poi ci sono molte digressioni. Pesco dalla matematica, dall'economia, dalla fisica e da tutte le scienze che mi seducono con l'atteggiamento del pasticcione curioso: insomma, dico parecchie eresie. Un amico che l'ha letto mi ha scritto che "Cargo è un'onesta truffa affabulatoria". Io l'ho preso come un gran bel complimento.
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