Il presepe popolare napoletano
Chi, fra tutti coloro che fanno il presepe, conosce la leggenda di santo Stefano che si trasformò da pietra in bambino proprio la notte di Natale? O quella dell'infelice fanciulla che vaga senza requie nei pressi di un ponte, tenendo con sé la testa tagliata dell'amato? Chi sa che le statuine dei Re Magi sui loro tre cavalli bianco, rosso, nero, simboleggiano l'iter del sole dall'aurora alla sera, e che sui presepi più antichi si collocava una figura femminile, la Re Màgia, a rappresentare la luna? In un viaggio a più voci condotto nel cuore della tradizione, delle leggende popolari, dei giochi rituali e dei sogni, la penna musicale di De Simone, con il controcanto di 90 immagini tratte da un'antica Smorfia settecentesca, risale fino alle origini precristiane del Natale: quelle, cioè, legate al mito solare di un divino Bambino partorito in una grotta da una Madre Vergine. Una lettura che recupera il carattere notturno e infero del presepe e che racconta originali aspetti simbolici dei suoi personaggi.Storie e leggende favolose che vengono narrate, in parallelo, anche dalla viva voce di coloro che, ogni Natale, costruiscono, recitano, vivono il presepe. Nella seconda parte del libro, un secondo viaggio attraverso testimonianze e interviste ci svela, infatti, gli inattesi significati delle figurine presepiali, raccontati via via da un "puparo" di Grottaglie e da uno di Napoli, da un marittimo di Torre del Greco che ha impersonato per tutta la vita il Diavolo nella Cantata dei pastori e da un metalmeccanica "artigiano del popolo" dell'Anticaglia. E dal momento che è difficile immaginare un Natale tradizionale senza tombole, gioco del Lotto, sogni e zampogne, chiudono il testo i 90 numeri della "tombola parlata" estratti, descritti e mimati la sera di Natale, nonché le note di una Ninna Nanna dedicata a tutti gli zampognari defunti.
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