Vendo vento
Non potrebbe avere titolo diverso la nuova raccolta di Gilberto Sacerdoti, che segna il suo esordio einaudiano. "Vendo vento" evoca la ariosa e insieme melodica levità dei testi che ne fanno parte, animati da una scrittura-respiro che inspira immagini di mondo ed espira forme dell'anima e ritmi di pensiero. E' un "nominare le cose" che racchiudono e rivelano il lato positivo della vita: scorci cittadini, aperture di cieli e di mare, umori meteorologici e stagionali, presenze e private ricorrenze - ma anche le interiorizzate figure, interroganti e interrogate, dei maestri. Una realtà composita cui l'autore partecipa con intensità e gioco, fondendo sapientemente toni scanzonati a una lineare progressione meditativa. Una poesia a proposito della quale sono stati fatti i nomi di Saba e di Penna, e che idealmente si richiama a un certo filone inglese, da Hardy e Hopkins fino a Auden e Larkin.
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