Osservazioni filosofiche

Osservazioni filosofiche

Intorno alle "Osservazioni filosofiche" si sono imposti pesanti luoghi comuni, che impediscono tuttora di leggerle davvero. Si parla di solito di una fase "verificazionista" di Wittgenstein e degna di studio solo per gli specialisti. Si rischia, così, una perdita pura e semplice, non solo di un momento di Wittgenstein estremamente caratterizzato, ma di una perdita, anche, di una forma di fenomenologia indipendente da Husserl, interessante di per se stessa dal punto di vista storico e teoretico. Wittgenstein compose le "Osservazioni filosofiche" per continuare a vivere del proprio lavoro di filosofo, ma in un momemto di insolita serenità interiore. Nelle "Osservazioni" la filosofia del "Tractatus" sperimenta come una seconda esistenza, priva della solennità e delle orgogliose certezze della precedente, ma più percettiva e consapevole. In un inedito atteggiamento teoretico vengono affrontati problemi vecchi e nuovi: il significato, la grammatica logica, il rapporto tra linguaggio-fenomeno-mondo, l'intenzionalità, il tempo, la generalità, la natura del numero, l'infinito matematico, lo spazio visivo, la teoria dei colori, la probabilità la natura dell'ipotesi. Sarà proprio questa fenomenologia, il bersaglio dell'implacabile attacco sferrato dallo stesso Wittgenstein a partire da "Libro Blu" e dal "Libro marrone".Rispetto a quella del 1981, da tempo irreperibile, la presente edizione delle "Osservazioni" è accompagnata da un nuovo saggio di Marino Rosso ed è condotta sulla base di un testo emendato e restaurato nella sua forma originale.
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