Tempi di malafede. Una storia italiana tra fascismo e dopoguerra. Guido Piovene ed Eugenio Colorni
Mezzo secolo di vita italiana rivive attraverso la storia della contrastata amicizia fra Guido Piovene, di nobile e cattolica famiglia veneta, scrittore, giornalista di successo, politicamente ondivago, ed Eugenio Colorni, di origine ebraica, filosofo e matematico, militante socialista confinato a Ventotene, poi caduto nella Resistenza. Il loro sodalizio si interrompe bruscamente nel '31, non solo per le "consonanze" di Piovene con il regime, ma anche per alcuni suoi articoli velatamente antisemiti. Dovranno passare dieci anni prima che il dialogo riprenda, intensificandosi nella Roma occupata dai nazisti, fino alla tragica morte di Colorni nel maggio 1944. Ma il "fantasma" dell'amico scomparso, simbolo di una vergogna collettiva, continuerà a turbare nei trent'anni successivi il "Conte Rosso" Piovene. L'invisibile figura di Colorni aleggia infatti in due dei suoi libri - "La coda di paglia" (1962) e "Le Furie" (1963) - mentre nel postumo "Romanzo americano" (1975) è protagonista di una catarsi a dir poco sorprendente. L'inedita ricostruzione di Sandro Gerbi si sofferma sulla vita pubblica e privata dei due attori principali, mossa da presenze femminili (Ursula Hirschmann, Luisa Usellini, Mimy Piovene) e da una folla di comprimari del peso di Borgese, Ojetti, Spinelli, Montanelli o Moravia. "Tempi di malafede" consente così di ripercorrere in modo originale il delicato passaggio dal clima politico e culturale del Ventennio fascista a quello della prima Repubblica, mettendo in luce le contraddizioni e le sottili ambiguità di buona parte della società italiana.
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