Il falsario
Konrad Johanser è archivista presso l'Istituto di Studi sul Romanticismo Tedesco di Berlino. Persona geniale e complessa, dominata da un rapporto esuberante e irrisolto con la sessualità, per dare nuovo lustro all'Istituto, decide di falsificare manoscritti ottocenteschi, rivolgendo la propria attenzione in particolare a Holderlin, l'autore da lui prediletto. Nonostante la sua abilità, Johanser viene comunque licenziato per una riduzione del personale. Decide allora di prendersi un periodo di riposo in un idilliaco villaggio della Svevia dove però, con il passare del tempo, si inaspriscono i dissidi con gli zii che lo ospitano. Quando, in seguito alla scomparsa del cugino adolescente Benedikt, viene interrogato dalla polizia, Johanser si sente incalzato da sospetti di ogni genere. Invischiato in una rete di menzogne, di sensi di colpa e di allucinazioni che conducono al progressivo sgretolamento della sua personalità, la vacanza per lui si trasforma in esilio e il villaggio in un luogo claustrofobico sempre più dominato dalla presenza della morte. Inquietante intreccio di sesso e poesia, delirio di onnipotenza e depressione, "Il falsario" è un romanzo in un certo senso infettato dall'estetica romantica di cui Krausser con grande abilità utilizza alcuni tòpoi, consentendo al lettore di comprendere molte cose sull''animo tedesco'.
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