Orso e sua figlia
"Quella roba un giorno si prenderà la tua vita": ma nessuna ammonizione, nessuna ragionevole messa in guardia può cambiare il destino tormentato dei protagonisti di questi sette racconti, scritti tra il 1969 e oggi. Lo sguardo dell'autore si appunta sul turbamento e sul lato più irrequieto di individui che con la maturità non hanno acquistato sicurezze. I suoi personaggi condividono un'esperienza comune - forse la solitudine, forse l'incomprensione - che li porta a cercare sostegno nella droga, nell'alcol o nella violenza. Gli effetti (e l'occhio lucido di Stone li indaga senza falsi moralismi) si rivelano quasi sempre funesti. Come in 'Miserere', dove un'ex alcolista cerca conforto dalla tragica perdita di marito e figli assumendo un ruolo alquanto macabro nella crociata anti-aborto, o in 'Senza pietà', dove la violenza che ha improntato l'infanzia del protagonista riesplode nel suo animo quando meno se lo aspetta. In "Orso e sua figlia", il racconto che dà il titolo alla raccolta, i confini che si possono varcare sotto l'effetto di alcol e droga sono terribili e spietati. Ma nell'indagare il tragitto compiuto dall'esperienza umana di fronte allo smarrimento delle certezze, Stone esplora terreni ambigui, spesso morbosi, sempre dolorosamente segnati dalla volontà di amare.
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